Una vita come tante
La mia vita era normale. Avevo un padre che lavorava in banca, una madre infermiera e un fratello di tre anni più piccolo. Una casa di proprietà, nessun problema economico e nessuna crisi domestica. Una famiglia piuttosto banale.
In terza liceo scientifico ho conosciuto Riccardo, con cui è stato subito amore a prima vista! Inizialmente ero un po’ titubante, non avevo mai avuto un ragazzo fisso, ma lui mi piaceva tantissimo e ho deciso di lasciarmi andare alla nostra storia. Quando per San Valentino mi ha regalato una felpa personalizzata con le nostre iniziali mi sono convinta e ci siamo messi insieme. La storia andava bene, benissimo. Eravamo praticamente fidanzati in casa: veniva a cena da noi, io andavo da lui, abbiamo persino fatto due settimane di vacanze con i suoi genitori al mare. La coppia perfetta. Al liceo, poi, durare più di una settimana insieme è cosa rara!
L'amore adolescenziale
Sicuramente ancora oggi posso dire che quello è stato l’amore più intenso e reale della mia vita. Amavo Riccardo, lui amava me come solo gli adolescenti sanno fare, con quella passione e quella foga che sembra non saziarti mai. Non riuscivamo a fare a meno l’una dell’altra, i nostri momenti liberi erano tutti insieme. Ed è naturale che quando abbiamo cominciato a scoprire anche il lato fisico del nostro amore, è stato facile decidere di perdere la verginità insieme. Non rimpiango nulla di quei pomeriggi passati in camerina, sono probabilmente i momenti più romantici e allo stesso tempo appassionati che vivrò mai.
Il problema è stato quando abbiamo combinato l’alcool con l’amore. Reduci da una festa in casa, all’epoca anche due birre potevano farci sballare, abbiamo aperto una bottiglia di vino in camera mia e ce la siamo finita tra una coccola e una risata. Alla fine fare l’amore è stato naturale, non ricordo nulla, ma probabilmente avevamo completamente dimenticato il preservativo.
Con un test si scoprono tante cose
Il dubbio mi è venuto quando è cominciato il ritardo. Ho chiesto a Riccardo se si ricordasse di quella sera, se avevamo fatto le cose per bene, se ci eravamo protetti, ma anche lui non ricordava nulla.
“Perché lo chiedi?”
“Perché sono in ritardo di qualche giorno con il ciclo”
E lì le cose sono cambiate tra di noi. Lui non è andato nel panico ma ha cominciato ad allontanarsi, non mi cercava più, non voleva venire a casa da me, mi ignorava o addirittura mi evitava. Quando i giorni di ritardo erano ormai diventati otto, ho deciso di fare il test di gravidanza. E l’ho fatto da sola. Non l’ho detto nemmeno ad un’amica, nemmeno a mia mamma. Il risultato mi ha mandato nello sconforto più totale e Riccardo ha definitivamente calato la maschera. Mi disse che non si sarebbe rovinato la vita per me, aveva dei progetti, voleva studiare all’estero e lavorare in giro per il mondo, voleva fare il suo percorso senza nessun peso. Non avrebbe cambiato i suoi programmi. Probabilmente non ero comunque inclusa nella sua vita, quindi le nostre strade si sono separate. Oggi posso dire che è stato meglio così.
Sarebbe stato peggio scoprirlo dopo, quando magari avrei già fatto affidamento su di lui e avrei investito sulla nostra relazione.
Invece in questo modo ho saputo fin da subito che mio figlio non avrebbe avuto un padre nella sua vita.
Ma per fortuna ha dei nonni fantastici! Se non fosse stato per mia mamma e mio padre, oggi non avrei questo cucciolo che mi dorme accanto e probabilmente sarei una donna del tutto diversa.